Edifici a basso consumo energetico: una realtà sempre più vicina
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Avrai sicuramente sentito parlare delle recenti notizie sulle nuove norme riguardanti la classificazione energetica degli edifici in territorio europeo. La notizia sta suscitando curiosità e allarmismo, soprattutto in Italia.
Proviamo ad approfondire la questione.
A marzo di quest’anno, il Centro Studi Fiaip, che analizza i trend e monitora l’andamento del mercato immobiliare italiano residenziale e non, ha presentato i dati emersi da un’indagine fatta su un campione di 600 agenti immobiliari, con interessante focus sull’efficienza energetica degli edifici.
A questo proposito ricordiamo che la valutazione dell’efficienza energetica degli edifici in Italia è contenuta all’interno dell’APE (attestato di prestazione energetica) e prevede la suddivisione in 10 classi energetiche, dalla A4 (la migliore) fino alla G (la peggiore). Naturalmente, più si scende di classe e maggiori saranno i costi e i consumi energetici.
Tornando all’indagine di cui sopra, è emerso che nel 2022 sono andate ancora per la maggiore le transazioni di immobili energivori (cioè quelli nelle classi energetiche più basse).
Tuttavia, secondo la percezione degli agenti immobiliari intervistati, il 56% degli acquirenti ha consapevolezza dell’importanza di vivere in una casa efficiente dal punto di vista energetico. Dunque, rispetto al passato, gli italiani stanno iniziando a convincersi che la qualità energetica della casa sia uno dei valori fondamentali di un immobile, probabilmente anche a seguito dei recenti rincari.
Ma cosa aspettarsi dal prossimo futuro?
L’Unione Europea si è posta un obiettivo molto ambizioso: azzerare le emissioni degli edifici entro il 2050.
Un primo passo è stato fatto con la recente approvazione, da parte del Parlamento, della direttiva secondo la quale gli edifici residenziali e le unità immobiliari in territorio UE dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033. Un traguardo importante e molto difficile da raggiungere, tanto che la stessa direttiva ha già previsto una serie di importanti eccezioni, oltre a considerare il fatto che il testo sarà al centro di negoziati tra le istituzioni europee che porteranno ad un nuovo documento, probabilmente ridimensionato.
La strada è sicuramente lunga, ma le intenzioni dell’Unione Europea sono chiare. La direttiva ha dato priorità agli edifici in classe energetica G, stabilendo che ciascuno Stato membro dovrà riqualificare almeno il 15% degli edifici in tale fascia. In Italia parliamo di circa 1,8 milioni di edifici su un totale di 12 milioni.
Le notizie provenienti da Bruxelles stanno inevitabilmente portando ad una maggiore sensibilizzazione sul tema. Ciò significa che, col passare del tempo, la classificazione energetica dell’immobile diventerà sempre più un elemento importante nelle logiche decisionali degli acquirenti.
Presumibilmente, quindi, aumenterà la domanda per gli immobili di nuova costruzione o che sono stati oggetto di lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica.
In Italia, però, i dati sono chiari: ad oggi, oltre il 55% delle abitazioni è ancora in classe F e G.
Se sei proprietario di un immobile, è importante sapere che un adeguamento della classe energetica porterebbe ad un notevole aumento del suo valore.
Lo dimostra una ricerca condotta dall’Università Iuav di Venezia su un campione di tre città, tutte non metropolitane e con un mercato immobiliare non particolarmente significativo: Bergamo, Mestre e Padova.
Dallo studio è emerso che effettuare lavori di riqualificazione energetica per un passaggio dalla classe G alla D porta ad un incremento del valore dell’immobile del 14-18%, mentre se si passa dalla G alla A il valore dell’immobile aumenta addirittura del 30-40%.
E chi non dovesse adeguare le proprie case? Per il momento, l’UE non ha previsto sanzioni ai proprietari per il mancato rispetto degli standard minimi di prestazione energetica. Tuttavia, la più grossa penalizzazione per gli edifici non conformi è la svalutazione, che potrebbe essere di gran lunga maggiore di una sanzione prevista dalla legge.
Per cui se vuoi vendere casa ma non hai intenzione di effettuare lavori di riqualificazione meglio liberarsene subito (prima che si svaluti troppo!) e lasciar fare gli adeguamenti ai nuovi proprietari.
Se invece vuoi aumentare il valore del tuo immobile, vale la pena investire dei soldi in una ristrutturazione, per migliorarne la classe energetica.
Sei ancora indeciso sul da farsi? È del tutto normale. Questa notizia ha scosso un po’ tutti, compresi i vertici del Governo italiano.
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